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Social Media Manager: come ho iniziato? Primo episodio: La mia prima Pagina Facebook

Pagina Facebook Pet friendly

Spesso mi contattate per chiedermi delucidazioni su come diventare Social Media Manager, quale scuola scegliere, laurea sì o no; Come iniziare a fare il social media manager? E così, dopo un piccolo sondaggio sul mio canale Telegram, che ha confermato il vostro interesse, ho deciso di raccontarvi come ho iniziato e le esperienze che mi hanno davvero formata e hanno costruito le mie competenze ( se preferite: hard skills, visto che fa figo).

Era il lontano 2012, più di un decennio fa, e i social erano entrati da poco a far parte della nostra vita. Facebook regnava sovrano. Era una novità mai vista prima quella di avere la possibilità di ritrovare vecchi amici, parenti, conoscere persone nuove on line e poter “parlare” sia in pubblico che in privato. Una meravigliosa scoperta che davvero permetteva di essere connessi con il mondo, tutto in un unico luogo e con tante possibilità: il profilo, i gruppi, le pagine, i messaggi privati e una portata organica funzionale e funzionante.

In quel periodo, ero una giornalista pubblicista e blogger con una laurea in Economia, Marketing e Comunicazione, alla ricerca della mia strada e il social mi ha attratta moltissimo proprio per la possibilità di comunicare il mio pensiero pubblicamente e liberamente ( 10 anni fa, gli haters non erano così presenti, c’era poca “confidenza” con la piattaforma Facebook, potevi usare tutta la tua creatività).

Mi contattò una signora che mi aveva notata, per il mio modo di comunicare, per il mio blog e la pagina che avevo aperto su Facebook, che di giorno in giorno incrementava i suoi like. Per farvi capire meglio chi sono vi svelo il nome del mio primo blog: “Il sapere condiviso”. Credo che da questo nome possiate capire quanto volevo condividere con il maggior numero di persone tutto ciò che scoprivo per aiutarle a conoscere ciò che imparavo degli argomenti più disparati: dalla tecnologia, alla comunicazione, all’eco-sostenibilità. Credo che la consapevolezza sia molto importante, per questo che concludo sin da allora ogni mio pezzo con #beaware, per esser consapevoli occorre conoscere, essere al corrente delle cose, che è ciò che mi ha spinto e continua a invogliarmi a farlo.

Questa signora si occupava di SEO & Travel. Dopo avermi chiesto l’amicizia su Facebook, qualche scambio in chat, alcune settimane di osservazione ed infine la redazione di qualche articolo per il suo sito e i suoi blog, mi fece una domanda: “Annalisa, ho un progetto in mente e mi piacerebbe mi aiutassi. Sai aprire una pagina Facebook? Quanti utenti pensi di riuscire a raggiungere e in quanto tempo?”. Domande dirette a cui, già allora, non potevo dare risposte certe, quindi la mia risposta fu: “Certo che so aprire e gestire una pagina Facebook, ma non so darti una previsione di quanti utenti la seguiranno ed in quanto tempo potrei convertirli, tanto più se non conosco il progetto”.

Tra le mie caratteristiche ci sono: correttezza e sincerità. Fanno parte di me! Infatti, amo le parole che corrispondono ai fatti e non faccio promesse che non posso mantenere. Provo a comportarmi esattamente come vorrei facessero con me.

Tornando alla conversazione con la signora, mi rispose svelandomi il suo progetto: promuovere strutture ricettive Pet Friendly per le vacanze.

Fu subito amore, perché era difficile programmare delle vacanze con il proprio Animale Domestico. In Hotel, Residence e spiagge, i cani spesso non venivano accettati e io, che amo gli animali, (avevo un bellissimo Bulldog Inglese), facevo delle ricerche incredibili per riuscire a trovare delle strutture che mi consentivano di fare le vacanze con il mio cane. Vi ricordo che gli animali non erano ben accetti neppure nei negozi, solo successivamente si comprese l’importanza di consentirne l’accesso.

Il progetto prevedeva che un’amante degli animali (come me) creasse una pagina Facebook per proporre vacanze con il proprio animale. Era bellissimo e ho subito accettato la sfida, con l’accordo che lei si sarebbe occupata di realizzare la grafica dei post che avrei dovuto pubblicare. Per me fu una vera e propria una sfida perché non potevo minimamente prevedere come sarebbe andata quella pagina. Ma ne sarebbe valsa la pena provare per la “causa”. Quindi, una volta deciso il nome, aprii la mia prima pagina Facebook per fare business.

Ripensandoci ancora oggi, sembra incredibile, ma solo organicamente quella pagina, a distanza di 2 settimane dalla sua creazione, contava più di 220 follower: persone che commentavano, interagivano, chiedevano ulteriori informazioni. Insomma, fu un successo. Mi piaceva talmente tanto l’interazione creatasi che passavo davvero molto tempo al giorno sul pezzo (oggi si chiama community management).

Dato che era una sfida, non era previsto un compenso, ma accettai il compromesso perché ritenni che fare esperienza e aiutare gli amanti degli animali a programmare le proprie vacanze con fido, erano valori importanti da portare a “casa”.

Dopo qualche tempo, la signora che mi aveva ingaggiato in precedenza mi propose un’altra sfida, che vi racconterò nel prossimo episodio.

Se sei giovane, leggendo questo articolo, probabilmente avrai pensato: “Ok, ma era facile all’epoca fare il Social Media Manager!” Pensandoci attentamente, ti replico in questo modo: “Sicuramente aveva le sue difficoltà, ma c’era una cosa che oggi manca, e che rende questo lavoro diverso rispetto al passato: c’era più entusiasmo dovuto alla novità

Il primo episodio è giunta a conclusione. Ti aspetto per la prossima, e ti assicuro che piano piano arriveremo fino ai giorni nostri. Se non vuoi perderti le prossime puntate, e anche gli altri miei post su questo blog, unisciti al mio canale Telegram.

 

#beaware

 

Annalisa Vicari

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