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META multata di 390 milioni di Euro cambierà l’internet?

meta e trattamento dati

Il mio penultimo articolo del 2022 raccontava delle possibili novità che META avrebbe introdotto nei suoi social nel 2023 , ma non avevo tenuto in considerazione la sentenza pendente a carico della società di Mark Zuckerberg da parte dell’autorità irlandese per la protezione  dei dati personali, che è arrivata esattamente con il nuovo anno comminando una multa amministrativa dell’importo di 390 milioni di euro e uno scossone a tutta l’internet come l’abbiamo conosciuta sino ad ora.

Infatti, la sanzione si basa sul fatto che META abbia basato la profilazione dei propri utenti a fini pubblicitari con la semplice accettazione da parte di questi ultimi dei termini e delle condizioni d’uso del servizio, fornendo 90 giorni di tempo a META per adeguarsi alle nuove disposizioni.

Per anni abbiamo sostenuto che “se un prodotto/servizio è gratis, significa che il prodotto/servizio sei tu”, pare che nel tempo e con il lavoro per la tutela della privacy e dei dati personali, questa affermazione e i dati abbiano assunto ulteriore importanza e da quanto emerge non possano essere usati a fini di profilazione pubblicitaria senza un esplicito accordo per cui l’utente possa scegliere se cedere o meno i propri dati sensibili.

Questo è il fulcro della questione su cui porre l’attenzione e che ha fatto sussultare non solo META, ma anche gli altri Big Tech e i digital marketer, la cui professione si fonda prevalentemente sull’avvio di campagne ideate per giungere a un pubblico targettizzato proprio grazie al lavoro degli algoritmi di profilazione di META.

E’ bene ricordare che già nel 2018 l’Autorità Antitrust Italiana contestò a Facebook il fatto di non poter vantare il proprio servizio come gratuito perché vendeva pubblicità targettizzata ai propri investitori. In quel caso Facebook si oppose con la giustificazione che il Giudice di primo grado avesse mal interpretato che i dati personali degli utenti fossero trattati come un corrispettivo economico per la fruizione dei servizi.

Una scusa che non cadde nel dimenticatoio e di cui ancora oggi META dovrà rispondere, come? Le possibilità sono due: la contestazione e il cambio della modalità dei termini e delle condizioni d’uso da far accettare agli utenti che intendono fruire del servizio.

META farà solo da apripista all’internet che abbiamo conosciuto sino ad oggi, perché non sarà certo l’unico colosso a dover metter mano ai termini e le condizioni di servizio chiedendo esplicitamente a ogni singolo utente di manifestare esplicitamente il proprio consenso alla profilazione dei propri dati personali per fini pubblicitari e questa sarà una scelta e non più un tacito obbligo.

Un po’ come successe neppure un anno fa, quando Apple chiese ai suoi utenti di manifestare esplicito consenso al trattamento dei dati per la profilazione con l’introduzione di iOS14 e l’80% degli utenti negò questo consenso. Le ripercussioni sugli investimenti in campagne pubblicitarie su Facebook (oggi META) ebbero un impatto importante perché molti investitori decisero di non investire in campagne pubblicitarie che non avrebbero garantito la profilazione degli utenti con sistema iOS e non Android.

Altra modifica importante e ancora meno distante in termini temporali è stata la dichiarazione di illiceità del trattamento dei dati con Google Analytics che ha impattato su Google e tutti i siti internet che hanno dovuto implementare la policy privacy sui cookie per essere GDPR compliance pena sanzioni non indifferenti oltre che far studiare ai marketers e non solo altre soluzioni per analizzare le metriche e i dati.

Pare davvero che sia un periodo particolarmente instabile per le piattaforme social e cruciale per chi le utilizza per il proprio business, che dovrà aggiornare la propria metodologia di lavoro sin dove sarà consentito spingersi proprio nel rispetto della tutela del trattamento dei dati.

Se non avevate ancora appreso di questa news vi invito ad approfondire il tema con l’articolo redatto per “La Repubblica” da Guido Scorza, il video di Matteo Flora  e il format “Garantismi” con Matteo Flora e Guido Scorza che lo scorso sabato hanno trasmesso in live sui social per avere un quadro più completo della situazione attuale.

Che accadrà nei prossimi 90 giorni? Non ci resta che attendere per vedere come uscirà META dal pantano e capire meglio la direzione su cui vertire.

 

#beaware

 

Annalisa Vicari

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